La Pizzica vuol dire Salento, Salento vuol dire Puglia: colori, odori, sapori di una terra che è stata decretata più di una volta come una delle più belle al mondo.

La Pizzica, nata come danza popolare, racchiude e racconta decenni di storia della tradizione e del folclore di questa parte della Puglia, acquisendo nel tempo l’icona di “simbolo culturale”.

La Pizzica Salentina: le origini

La Pizzica Salentina è un ballo coinvolgente e travolgente che appassiona gli spettatori sin dai primi istanti: si agita il fazzoletto bianco, entra in azione il tamburello, si aprono le danze e il giorno è fatto; poco dopo si noterà come per magia solo ben pochi riusciranno a resistere al ritmo viscerale di questo ballo che proprio per questo è considerato un “ballo stregato”.

Non a caso le sue origini ci riportano al medioevo quando era considerato come un rito terapeutico che utilizzava la musica come strumento di guarigione, definito poi negli anni come “tarantismo”, quell’ “esorcismo musicale” che consentiva attraverso le musiche ed i balli di guarire gli sfortunati, anzi le sfortunate perché colpiva soprattutto le donne, dal morso di un ragno velenoso, appunto dal dialetto locale, “la taranta”. Secondo alcuni, le origini risalgono già dall’antica Grecia quando venivano organizzati balli e festeggiamenti interminabili dedicati al Dio greco Dionisio.

La pizzica: la credenza popolare

Secondo la credenza popolare, si racconta che a causa di questo morso velenoso, soprattutto le donne che lavoravano nei campi di grano, si aveva come conseguenza un grande stato confusionale ed agitazione e si poteva uscire da questo stato di shock solo attraverso la musica: si trattava di un rituale che poteva durare giorni ed una volta azzeccata la melodia giusta, la “tarantolata”, adagiata su un lenzuolo e circondata da musicisti, sembrava come svegliarsi da questo torpore e ballava a ritmo di musica generata dal tamburello, lo strumento principale, il violino e la chitarra. Il ballo durava fino a quando la malcapitata non si liberava completamente dal veleno dell’insetto che l’aveva pizzicata (da qui il nome di pizzica) e quindi dal male.

Con il tempo, grazie ad approfonditi studi da parte di famosi antropologi, si è constatato come si trattasse di un malessere dovuto al degrado ed alla povertà dell’epoca che sfociava in isterismo collettivo e disturbi mentali; nella più semplice delle ipotesi per i più giovani, si trattava di “mal d’amore”. Divenne quindi pian piano come un momento liberatorio collettivo da sfruttare per condividere insieme alla comunità le sofferenze e costrizioni morali.
Con l’avvento del Cristianesimo, il rito assunse caratteri religiosi e fu affiancata la figura di San Paolo che era l’artefice della liberazione dal terribile male.

La pizzica salentina oggi

Ma cosa rappresenta la pizzica salentina oggi? Facciamo un tuffo dal passato al presente: lasciarsi andare al suono e al ritmo della Pizzica, rappresenta un momento di aggregazione unico, un’opportunità per liberarsi dallo stress quotidiano e perché no, anche una possibilità per mantenersi in forma, visto l’insieme di saltelli e movimenti liberi che prevede, dando giovamento quindi sia al corpo che allo spirito.

Viene vista come una danza del corteggiamento, innescato dalle movenze sensuali della donna che con un fazzoletto bianco indica l’uomo da lei prescelto, ma non mancano i momenti in cui viene ballata da persone dello stesso sesso che senza contatto fisico, un’altra delle caratteristiche di questa danza, si vengono ad incontrare nei movimenti o a “scontrare” come succedeva nel passato, quando addirittura i due contendenti tenevano in mano dei coltelli, trasformando questa danza quasi in un duello che prendeva il nome di “danza delle spade“.
Tra i passi di questa danza, dobbiamo citare il “passo zoppo”, fatto principalmente da saltelli con una gamba mentre l’altra rimane rigida.

Canzoni Pizzica Salentina

La Pizzica, ormai nota in tutto il territorio nazionale e non solo, è la protagonista indiscussa dell’estate salentina, riempiendo le notti d’estate a ritmo di tamburello e danze e coinvolgendo le piazze dei più importanti comuni della provincia che si riuniscono nel famoso festival musicaleLa notte della Taranta”: musicisti e danzatori specializzati nella tarantella e nella pizzica, esperti provenienti da tutto il mondo, danno vita a una kermesse musicale che funge anche da motore trainante per la promozione turistica di questo meraviglioso territorio. Il festival comincia da Corigliano d’Otranto e termina a Melpignano.

Il tema delle canzoni non è solo legato al morso della tarantola ma anche alla vita di tutti i giorni, fatta di passioni, di amore, di amicizia e quindi temi molto romantici.

  • Santu Paulu
  • Pizzicarella
  • Lu tammurreddu meu
  • Aria caddipulina
  • Mamma la rondinella
  • Bella ci dormi
  • Lu rusciu de lu mare
  • Fimmene fimmene
  • A gapimu fidela pratini
  • Kalinifta

A Gapimu Fidela Pratini, il ritmo è decisamente da indiavolato diventa affascinante, diventando battito e colpendo dritto al cuore.

Ed infine, come non citare Kalinifta dove avviene questo magico incontro tra la Puglia e al Grecia, a ricordarci le origini greche di una parte del territorio salentino chiamata “Grecia Salentina” dove si parla ancora una lingua antica il Grico, un dialetto locale molto simile al greco.

Pizzica Salentina Video

Poesia Salento – Pizzica Salentina

Pizzaca

Pizzaca pizzaca tarantedda mia

Scinni chiù ssutta finca allu core

Famme passare malincunia

Capiddi l’izzi pe notra è l’amore

Trasi valenu ca l’anima è lurda

Inchi sctu piattu de terra brusciata

Voiu cu cuntu ma la predaca è surda

Sctanotte li Santi sctannu a capi vutata

Balla criatura no te fermare

Gireme antunnu comu trozzala fina

Nasctri e culuri me fannu ncarnare

Sctasira li serpi m’hannu fattu reggina

No me vardati cu l’occhi busciardi

Sctavota lu diavulu pote trasire

Lu saghnu se licchene li quattru lapardi

Fermete prevete no me benedire

Lu tammurreddu scta me suca la vita

Sembra cuntentu ca me vide girare

Senza de ” iddu ” la gioia è finita

Cu ve nturtiene docentu sacare

Lassatime ‘npace ca meu è lu dulore

Sctrazzu capiddi ricalu alla luna

Arsu è lu core de ci time l’amore

Lassati na lacrima alli senza furtuna

Notte della Taranta – 2024

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