La storia della lavorazione del tabacco in Salento si intreccia inevitabilmente con lo sviluppo della moderna agricoltura e dell’industria ancora in embrione, in un territorio le cui genti, da sempre, legavano la propria esistenza alla terra e ai lavori ad essa correlati.

La diffusione di questa tipologia di produzione risale al periodo post-unitario, quando accanto ai sigari si diffusero le sigarette e fu dunque necessario costruire nuovi stabilimenti in grado di adottare processi di lavorazione meccanizzati.
Sorse così a Lecce, nel convento domenicano di San Giovanni D’Aymo, la Manifattura Tabacchi che iniziò la sua produzione nel 1812.

Tutto ciò ebbe nel territorio salentino una forte impatto ed una conseguente ricaduta sociale, dato che il nuovo lavoro portò alla nascita di una figura professionale prima sconosciuta nel territorio: le cosiddette tabacchine, ossia le donne addette alla sfilardatura del tabacco raccolto nei campi.
A seconda della qualità e del colore, il tabacco veniva diviso per poi essere pressato in ballette e portato alla stufa che lo essiccava.
Alla fine della lavorazione, le stesse tabacchine erano deputate a fumare dei campioni di tabacco per saggiarne la qualità.
Queste figure ebbero un ruolo cruciale nell’organizzazione del lavoro, poiché diedero vita a forme di mutua assistenza che rappresentarono il primo modello di sindacato operaio nella provincia leccese.

Col passare degli anni, la presenza di una industria che cercava di aumentare i volumi di produzione attraverso l’ausilio della meccanizzazione impose una serie di innovazioni tecnologiche rappresentate dalle macchine spianatrici e le cernitrici.
Tutto ciò produsse forti tensioni sociali, dato che incise profondamente sul numero di occupati del comparto, fino a sfociare in vere e proprie rivolte.
È famosa in tal senso quella del 1935 a Tricase, dove a seguito della repressione della polizia, morirono 5 operai.
Molti scioperi e battaglie si ebbero anche negli anni ’50 e ’60 del ‘900 per via delle dure condizioni di lavoro alle quali erano sottoposte le tabacchine.