E’ l’ultima propaggine che si estende verso la Grecia, quella di Santa Maria di Leuca. Luogo di rotte commerciali millenarie quanto le pietre che la popolano, è da anni fonte di incredibili risorse turistiche che, fra le molte e incredibili sfumature, vedono come protagonisti gli antichi simboli del latifondo pugliese, della ricchezza nobiliare e della saggezza contadina: le masserie.

Tali strutture architettoniche, semplici solo per l’occhio meno esperto, costituiscono l’emblema del Capo di Leuca. Il territorio è costellato di questi vetusti manufatti della vita contadina, una vita fatta di sacrifici, sangue e polvere, di muri a secco spessi per proteggersi dalla calura terrificante dei mesi estivi e dal freddo invernale.

Le zone di Presicce, Acquarica, Barbarano e Ruggiano pullulano di masserie dalle forme ardite, luogo di visite turistiche e di turismo che ha cambiato volto a questi antichissimi manufatti, salvandoli dall’oblio.Gli alloggi sono stati ristrutturatigrazie a fondi regionali o su iniziativa di privati e sono oggi destinati ad allietare le vacanze sotto forma di caratteristici bed and breakfast, fattorie didattiche, ristoranti, residenze ancora abitabili.

Sono tanti e caratteristici, dunque, i modi per tenere in vita tali beni architettonici: l’odore dei fichi d’india, dei muretti a secco arsi al sole, delle olive che ancora vengono schiacciate secondo i metodi tradizionali nei frantoi fanno vibrare l’aria intorno a coloro che si apprestano a scoprire le masserie secolari del Capo di Leuca.