Spesso si pensa alla Puglia come meta per le vacanze estive, grazie alla sua costa e alle splendide spiagge che poco hanno da invidiare a baie ben più esotiche.

Questa regione ha moltissimo da offrire, a partire dal patrimonio storico e artistico che impregna le sue città fino alla tradizione enogastronomica, certamente uno dei fiori all’occhiello di tutta la Puglia, da nord a sud. Tra le città che meglio racchiudono l’essenza di questa terra c’è Martina Franca, vero gioiello dell’entroterra in provincia di Taranto, incastonata nello spettacolare contesto naturalistico della Valle d’Itria.

Cosa vedere a Martina Franca: il primo giorno

La Valle d’Itria accoglie in visitatore con un panorama fiabesco: le stradine che l’attraversano seguono l’andamento di un paesaggio dolce, dove si i muretti a secco che delimitano vigneti e uliveti si alternano alla macchia mediterranea. Qua e là sbucano i caratteristici i tetti conici dei trulli oppure il biancore di borghi come Alberobello, Locorotondo, Cisternino (Leggi qui: Dove mangiare la carne a Cisternino) e Martina Franca.

La cittadina sorge su una piccola altura a 431 m di altezza ed è nota dagli amanti della musica classica per il “Festival della Valle d’Itria” che dal 1975 animano le serate estive non solo della città ma di tutta la valle.

In una vacanza di due giorni a Martina Franca ci si rende conto di quanta arte sia racchiusa tra le mura di questo piccolo borgo pugliese, il cui centro storico trabocca di quello stile barocco soprannominato appunto “martinese”.

I ritrovamenti presso la Grotta del Monte Fellone dimostrano come il territorio sia stato abitato sin dall’epoca neolitica: l’apice per Martina Franca, il cui nome testimonia quelle franchigie concesse da Filippo I d’Angiò, arriva nel ‘700 ovvero quando si costruiscono i monumenti principali della città.

Piazza Maria Immacolata è il salotto della città, elegante nella sua forma ad anfiteatro dove lo sguardo è catturato dai portici, sotto i quali in passato si sistemavano i banchetti del mercato: non c’è luogo migliore per sorseggiare un bicchiere di Vino DOC Martina Franca presso uno dei bar che vi sorgono.

A pochissima distanza si trova invece Piazza Plebiscito, sulla quale si affaccia la meravigliosa Basilica di San Martino risalente al XVIII secolo. La monumentale facciata mostra la statua di San Martino e la scena del santo che cede il suo mantello a un mendicante realizzata in pietra: l’interno sembra un museo tra il presepe di Stefano da Putignano, un altare settecentesco di scuola napoletana, dipinti del Carella e le sacre reliquie di Santa Comasia.

Passeggiando per le vie del centro storico di Martina Franca, curiosamente inclinate verso il centro per far defluire le acque piovane e scongiurare gli allagamenti delle cantine, si incontrano anche la Chiesa della Beata Vergine del Carmelo con una splendida statua policroma di Santa Maria della Misericordia e la Chiesa di Sant’Antonio ai Cappuccini che custodisce bellissimi altari artistici.

Secondo giorno a Martina Franca

La visita a Martina Franca può proseguire sulle tracce dei palazzi più belli ed eleganti, primo fra tutti il Palazzo Ducale, affacciato su Piazza Roma e costruito nel ‘600 sui resti di un antico castello medioevale. L’edifico custodisce meravigliosi affreschi nella Cappella Ducale, nella Sala dei Duchi, ma soprattutto nelle Sale del Mito, dell’Arcadia e della Bibbia. Oggi il palazzo ospita il Museo di Filippo I d’Angiò dedicato all’arte contemporanea e il Museo del Bosco delle Pianelle che ha lo scopo di valorizzare la fauna e la flora del territorio. Una buona idea sarebbe quella di ricavarsi qualche ora per recarsi in questa riserva naturale regionale orientata e passeggiare tra querceti, lecci e macchia mediterranea, scorgendo con un po’ di fortuna volpi, lepri o barbagianni.

Tornando agli edifici settecenteschi più belli di Martina Franca, tra questi spiccano Palazzo Ancona con un mascherone centrale apotropaico e le due cariatidi laterali, il Palazzo Delfini con lo stemma dell’omonima famiglia sulla facciata, Palazzo Magli dal raffinato portale in stile rococò e Palazzo Barnaba che cattura lo sguardo grazie alle sue balconate lignee.

Il più antico di tutti, risalente addirittura all’epoca angioina, è il Palazzo Turnone, simbolo del potere e dell’importanza dell’omonima famiglia.

Una volta a Martina Franca, è d’obbligo una sosta in uno dei ristoranti della città per gustare la cucina del posto, fatta di piatti gustosi legati alla terra e alla civiltà contadina: imperdibili sono le bombette, ovvero gli involtini con le interiora di solito serviti come street-food durante le sagre ma soprattutto il capocollo di Martina Franca. Si tratta di un insaccato con carne di maiale condita con vino rosso, aromatizzato con spezie ed erbe mediterranee ed infine aromatizzato utilizzando solo ed esclusivamente corteccia e legno di Frango. Questi alberi originari dei Balcani e presenti esclusivamente nella regione Puglia fungono, sotto forma di boschetti, anche come habitat di quegli stessi maiali allevati per produrre il capocollo. Questo insaccato assai saporito allieta i palati sin dal XVIII secolo, ovvero dai tempi del Regno di Napoli.