Nel cuore di Bari Vecchia, tra vicoli stretti e profumo di mare, si apre all’improvviso la piazza che accoglie la Cattedrale di Bari.

La facciata in pietra chiara riflette la luce del sole e invita a entrare, offrendo un primo assaggio dell’atmosfera unica che caratterizza questo capolavoro pugliese.
Passeggiando verso l’ingresso, percepisci subito la fusione di storia, arte e spiritualità che accompagna ogni angolo del centro storico.

Dalle origini bizantine alla cattedrale attuale

La cattedrale nasce sulle rovine di una chiesa bizantina distrutta nel 1156. Pochi anni dopo cominciò la ricostruzione e nel 1292 l’edificio era già quello che puoi ammirare oggi, un gioiello del romanico pugliese.

Il nome ricorda San Sabino, vescovo di Canosa, le cui reliquie furono portate qui alla fine del XIII secolo.

La facciata e il campanile della cattedrale di Bari

All’esterno, la facciata colpisce per la sua sobria eleganza. Tre portali scolpiti introducono a un grande rosonedecorato con figure fantastiche e motivi floreali. Quando il sole cala, la luce calda del tramonto avvolge la pietra e i dettagli sembrano prendere vita.

Accanto si innalza il campanile, ricostruito nel Settecento dopo un crollo: se sali in cima, lo sguardo abbraccia il mare Adriatico e i tetti di tutta Bari Vecchia.

L’interno della cattedrale

Varcata la soglia, ti trovi in una navata luminosa sorretta da colonne massicce con capitelli scolpiti. Il soffitto a cassettoni dorati riflette la luce che filtra dalle alte finestre, mentre il pavimento a mosaico racconta storie antiche con motivi geometrici e simboli cristiani.

Camminando verso l’abside, lo sguardo si posa sul ciborio in marmo del XII secolo, un’opera che racchiude secoli di arte e devozione.

Cattedrale di Bari: Il Succorpo e Le reliquie di San Sabino

Non fermarti in superficie.

Scendi la scala laterale che porta al Succorpo e scoprirai i resti della basilica paleocristiana precedente. Qui il tempo è ancora più denso: mosaici consumati, frammenti di colonne romane, pavimenti che hanno visto passare pellegrini per quasi duemila anni. L’aria è fresca e silenziosa, ogni passo riecheggia come un sussurro. Ti consiglio di dedicare almeno un’ora per esplorare sia l’interno che gli scavi, in modo da cogliere tutti i dettagli artistici e storici.

Il fenomeno della luce solstiziale

C’è anche un dettaglio che rende questo luogo davvero speciale: intorno al 21 giugno, al solstizio d’estate, il sole disegna un fenomeno unico.

La luce attraversa il rosone della facciata e si proietta sul pavimento interno, combaciando perfettamente con il rosone di pietra che lo riproduce. Un gioco di geometrie e astronomia studiato dai costruttori medievali con una precisione sorprendente.

Se sei in città in quei giorni, prova a entrare a mezzogiorno: vedrai un cerchio di luce che si posa esattamente dove i maestri del Duecento lo avevano immaginato.

Visita e consigli pratici

La cattedrale è aperta tutti i giorni e l’ingresso è gratuito, ma gli orari cambiano in base alle celebrazioni. Per visitare il Succorpo serve un piccolo contributo, e vale la pena prenotare una visita guidata se vuoi approfondire i dettagli storici. Porta scarpe comode: il centro storico è un intreccio di vicoli in pietra e passeggiare è l’unico modo per goderne davvero. E non dimenticarti di mangiare una tipica focaccia barese, magari passeggiando sul lungomare.

Dopo la visita puoi continuare a esplorare Bari Vecchia. Bastano pochi passi per ritrovarti davanti al mare, oppure tra le stradine dove le signore preparano ancora le orecchiette a mano sui tavolini all’aperto. La Cattedrale di Bari non è solo un monumento, ma un punto di partenza per capire l’anima della città. Questo, infatti, è un luogo dove la pietra racconta storie, la luce del solstizio diventa spettacolo e ogni dettaglio parla di un legame profondo tra fede, arte e vita quotidiana.